Il plasma convalescente, o iperimmune, è stato utilizzato come strumento per fornire una rapida protezione (immunità passiva) a pazienti in gravi condizioni nel corso di numerose epidemie/pandemie, in genere di origine virale e per le quali non esistono efficaci terapie aldilà di una terapia di supporto. La trasfusione di plasma da soggetti convalescenti dopo una recente infezione presuppone il trasferimento di anticorpi preformati presenti nel siero di donatori ex pazienti guariti da una recente infezione a pazienti non ancora immunizzatisi attivamente per proprio conto. Per quanto riguarda oltre 30 patologie infettive, l’efficacia dell’immunizzazione passiva nella prevenzione delle malattie infettive è stata dimostrata per: tetano, Clostridium botulinum, epatite A, epatite B, RSV (virus respiratorio sinciziale), CMV (citomegalovirus), VZV (virus della varicella zoster), rabbia, morbillo e vaccinia. Inoltre, l’efficacia dell’immunizzazione passiva è stata dimostrata, ma non è raccomandata, per il trattamento di alcune infezioni batteriche, (Streptococcus, Streptococcus pneumoniae, Neisseria meningitidis e Haemophilus influenzae) e parvovirus