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struttura tcr

Genetica e Struttura Del Recettore Dei Linfociti T (TCR)

I linfociti T maturi hanno due tipi di recettore di membrana per l’antigene o T cell Receptor (TCR) : TCR2 o TCR- presente nel 95% dei linfociti T periferici e costituito da una catena  e da una e il TCR1 o TCR- in meno del restante 5% di linfociti circolanti [1-3]. La percentuale dei linfociti T che esprime il TCR-o linfociti T può essere molto più alta in alcuni tessuti, per esempio la mucosa intestinale. I linfociti T  formano una sottopopolazione di T linfociti dalle funzioni non ben conosciute; anche i ligandi per i loro TCR sono in gran parte ignoti
Mutazioni dei geni del TCR o di ognuna delle proteine necessaria per la sua sintesi, per il riconoscimento dell’antigene o la trasmissione intracellulare dei segnali originati dal TCR possono causare errori congeniti dell’immunità manifestantesi clinicamente con immunodeficienza, malattie autoimmuni, predisposizione alle neoplasie, malattie autoinfiammatorie

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Immunodeficienze primitive o congenite – Introduzione e classificazione

Le immunodeficienze primitive (IP) sono delle rare sindromi genetiche, caratterizzate da anomalo sviluppo di uno o più tipi cellulari del sistema immunitario (linfociti B e T, cellule natural killer, cellule dendritiche, fagociti) o alterata produzione delle citochine e del complemento che sono necessari per il buon funzionamento del sistema immunitario nativo e acquisito. Le mutazioni, trasmesse ereditariamente, si manifestano in genere fin dai primi mesi di vita tenera età con infezioni ricorrenti batteriche, fungine e virali, oltre che con malattie autoimmuni e aumentato rischio neoplastico. Oggi si conoscono oltre 400 IP diverse, e la lista diviene sempre più nutrita man mano che si scoprono nuovi difetti molecolari. Pur essendo così numerose, le IP sono state classicamente suddivise in sottogruppi in base al tipo cellulare interessato e/o alle prevalenti manifestazioni cliniche. Tuttavia, non c’è un singolo modo ideale per classificare le IP che possa soddisfare le esigenze dei clinici pratici, degli epidemiologi e dei ricercatori. La diagnosi precoce delle forme più gravi è stata facilitata negli ultimi anni dalla possibilità di poter dosare i TREC nei neonati e, in caso di positività di questo test di screening di identificare mediante analisi del DNA il difetto molecolare responsabile dell’IP nel singolo caso. È necessario comunque un alto indice di sospetto soprattutto da parte dei pediatri e dei medici di famiglia, che probabilmente sono i primi medici a osservare la maggior parte dei casi di IP che si manifestano più tardivamente, i quali, con l’anamnesi familiare e personale, lo studio del tipo di infezioni ricorrenti, dell’età d’esordio, delle eventuali malformazioni di organi e apparati diversi da quello emolinfopoietico possono, una volta sorto il sospetto, indirizzare i pazienti verso uno dei centri specializzati dove è possibile giungere rapidamente alla corretta diagnosi. Il riconoscimento del gene mutato è indispensabile al fine di instaurare la corretta terapia e di valutare le indicazioni al trapianto di midollo che rimane ancora oggi l’unica terapia in grado di guarire molte delle IP.
In questo articolo introduttivo, saranno illustrate le caratteristiche principali delle diverse categorie di IP.

struttura tridimensionale della proteina CD40

Immunodeficienza da deficit di CD40

Il CD40 è un recettore espresso sulla superficie delle cellule B mature normali e neoplasiche, ma non  sulle plasmacellule . È anche espresso su monociti, cellule dendritiche, cellule endoteliali e cellule epiteliali.Mutazioni di CD40 causano la mancata espressione della proteina sulla superfice cellulare e aboliscono le interazioni con CD40L. Le conseguenze cliniche sono la comparsa di una sindrome da iper-IgM (HIGM-3) a trasmissione autosomica recessiva (OMIM#606843), indistinguibile dalla HIGM-1 causata dal deficit di CD40L. Anche il procedimento diagnostico e la terapia sono simili alle altre forme di sindrome da iper-IgM, informazione relative alle quali possono essere reperite sul sito.
La terapia è fondata sulla somministrazione di immunoglobuline per via endovenosa ogni 3-4 settimane e sulla profilassi e la terapia antibiotica delle infezioni. Il trapianto di midollo è stato usato con successo in alcune delle sindromi, mentre la terapia genica è ancora in una fase sperimentale.

Enzima UNG

Immunodeficienza da deficit di uracile-DNA glicosilasi (UNG)

L’uracile-DNA glicosilasi (UNG; EC 3.2.2.3) rimuove l’uracile nel DNA formatosi dalla deaminazione della citosina o dall’incorporazione di dUMP anziché di dTMP durante la duplicazione del DNA. Pertanto, l’attività enzimatica di UNG impedisce la comparsa di mutazioni del DNA derivanti dalla sostituzione di GC con AT [1]. Il gene UNG (OMIM*191525) è localizzato sulla banda cromosomica 12q24.11 [8]. Le mutazioni omozigoti o eterozigoti composite di UNG nell’uomo ricapitolano il fenotipo murino UNG -/- con incapacità di compiere il cambio (switch) di classe delle immunoglobuline e l’ipermutazione somatica necessaria per la creazione di un repertorio anticorpale con elevata specificità antigenica, cioè IgA, IgG e IgE al posto delle IgM sulla superficie dei linfociti B e nel siero. Le mutazioni del gene UNG causano la sindrome da iper-IgM di tipo 5 (HIGM5, a trasmissione autosomica recessiva (OMIM# 608106)
La terapia è fondata sulla somministrazione di immunoglobuline per via endovenosa ogni 3-4 settimane e sulla profilassi e la terapia antibiotica delle infezioni. Il trapianto di midollo è stato usato con successo in alcune delle sindromi, mentre la terapia genica è ancora in una fase sperimentale.

CD40-CD40L e interazio ni sui linfociti

Le sindromi da iper-IgM

Le sindromi da iper-IgM sono un gruppo di rare immunodeficienze primitive congenite ed ereditarie caratterizzate da: infezioni ricorrenti ad insorgenza precoce, diminuzione o assenza nel siero di IgG e IgA con livelli di IgM nel siero normali o aumentati. In alcune di queste forme sono caratteristiche le infezioni con patogeni opportunisti. I pazienti sono anche predisposti a sviluppare neoplasie e malattie autoimmuni di vario tipo. Si tratta di sindromi fenotipicamente e geneticamente eterogenee, conseguenti a difetti genetici che alterano i processi di “class switch recombination” (il cambio di classe o isotipo delle immunoglobuline”) e di ipermutazione somatica” che consentono la formazione di anticorpi di classe diversa dalle IgM, cioè di IgG, IgA, IgE . Classicamente si riconoscono almeno cinque geni le cui mutazioni sono causa della sindrome da iper IgM: CD40, CD40L, AID, NEMO E UNG. Oggi tuttavia sono noti diverse altre mutazioni genetiche associate ad aumento delle IgM che devono essere cercate nei casi negativi per le forme “classiche”. Le manifestazioni cliniche e la trasmissione ereditarie non sono uniformi, ma aiutano ad indirizzarsi verso il tipo di difetto genetico, per la cui diagnosi definitiva è necessaria in genere l’analisi mutazionale.
La terapia è fondata sulla somministrazione di immunoglobuline per via endovenosa ogni 3-4 settimane e sulla profilassi e la terapia antibiotica delle infezioni. Il trapianto di midollo è stato usato con successo in alcune delle sindromi, mentre la terapia genica è ancora in una fase sperimentale.

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