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Immunodeficienza combinata severa (SCID) da deficit della catena comune gamma o IL2Rgamma

L’immunodeficienza combinata severa (Severe Combined Immune Deficiency, SCID) legata al sesso o X-linked è la forma più frequente fra tutte le immunodeficienze primitive combinate. È nota anche come SCID-X1 o SCID-XL ed è causata da mutazioni del gene IL2R che codifica per la catena comune gamma, o catena c, condivisa dai recettori di almeno sei interleuchine, tutte importanti per lo sviluppo e la differenziazione delle cellule del sistema immunitario. Venendo a mancare la funzione delle citochine si instaura uno stato di immunodeficienza che, pur interessando primariamente i linfociti T, si ripercuote anche sui linfociti B e sulle cellule Natural Killer (NK). Il deficit si manifesta con infezioni ricorrenti, diarrea cronica, difetto di crescita fin dai primi mesi di vita. Il decesso entro i due anni è la regola senza il trapianto di midollo o la terapia genica. Nell’ultimo decennio sono stati introdotti in molti Paesi gli screening neonatali universali che attraverso il dosaggio dei TREC, consentono di identificare la maggioranza dei casi di SCID (e di altre immunodeficienze) prima dell’insorgenza dei sintomi e delle complicanze. Il vantaggio principale degli screening neonatali è di consentire l’ inizio della tipizzazione HLA dei familiari o dei donatori immediatamente e, in caso di positività della ricerca, trapiantare l’infante entro il terzo-quarto mese, epoca in cui cominciano tipicamente a comparire i sintomi. Altro vantaggio è quello di evitare le vaccinazioni con virus vivi attenutati le cui complicanze che rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità in questi pazienti.

fibrille amiloidi

Amiloidosi ereditarie – Classificazione

Nelle amiloidosi ereditarie  le fibrille amiloidi sono più frequentemente derivate da varianti genetiche della transtiretina, del lisozima, della catena Aα del fibrinogeno, delle apoliproteine e, meno frequentemente, degli altri geni elencati nella tabella
Da un punto di vista clinico i vari tipi di amiloidosi possono manifestarsi come malattie sistemiche o generalizzate oppure come forme a prevalentemente interessamento di un organo (cuore, rene, sistema nervoso); altre sono associate all’invecchiamento e altre ancora sono ereditarie [1].

fibrille amiloidi

Amiloidosi-Composizione e struttura degli aggregati amiloidi: Non solo fibrille amiloidi

Con il termine di amiloidosi si intende un gruppo eterogeneo di disordini del metabolismo proteico accomunati dal deposito in sede extracellulare di fibrille proteiche insolubili. Queste rare malattie, alcune delle quali sono congenite ed ereditarie, sono considerate la conseguenza di anomalie del ripiegamento (folding) proteico. Si conoscono 42 proteine, che in determinate condizioni possono acquisire la capacità di depositarsi in forma di amiloide nei tessuti, soprattutto reni, cuore, sistema nervoso. I meccanismi che provocano la trasformazione in senso amiloidogenico di proteine che svolgono importanti ruoli fisiologici, come il fibrinogeno o le catene leggere delle immunoglobuline, non sono noti nei dettagli. L’organismo possiede dei meccanismi di protezione dai danni indotti dall’amiloide. La stimolazione di questi meccanismi potrebbe essere il bersaglio di nuove molecole in corso di sperimentazione clinica che potrebbero migliorare la prognosi dei pazienti affetti da diverse forme di amiloidosi.
Da un punto di vista clinico i vari tipi di amiloidosi possono manifestarsi come malattie sistemiche o generalizzate oppure come forme a prevalentemente interessamento di un organo (cuore, rene, sistema nervoso); altre sono associate all’invecchiamento e altre ancora sono ereditarie [1].

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Immunodeficienza da Deficit di IL6-R

Il trattamento dei pazienti con glicogenosi tipo 1b è orientato al mantenimento dei normali livelli di glicemia . Il G-CSF umano ricombinante è stato anche utilizzato con successo . In uno studio di 7 pazienti con infezioni batteriche gravi e/o ricorrenti, una dose mediana di 5 microgrammi/kg per giorno aumentava la conta assoluta neutrofila in 6, e preveniva le infezioni ricorrenti in tutti i pazienti [16]. L’uso del filgrastim può anche migliorare la funzione fagocitaria attraverso la mobilizzazione del calcio e la generazione di anione superossido, sebbene in un altro studio il deficit della chemiotassi

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Immunodeficienza da glicogenosi tipo 1b

Il trattamento dei pazienti con glicogenosi tipo 1b è orientato al mantenimento dei normali livelli di glicemia . Il G-CSF umano ricombinante è stato anche utilizzato con successo . In uno studio di 7 pazienti con infezioni batteriche gravi e/o ricorrenti, una dose mediana di 5 microgrammi/kg per giorno aumentava la conta assoluta neutrofila in 6, e preveniva le infezioni ricorrenti in tutti i pazienti [16]. L’uso del filgrastim può anche migliorare la funzione fagocitaria attraverso la mobilizzazione del calcio e la generazione di anione superossido, sebbene in un altro studio il deficit della chemiotassi

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Epidemiologia delle amiloidosi

e amiloidosi sono sindromi rare, la cui incidenza si aggira attorno ai 9 casi per milione di abitanti all’anno.Una precisa definizione dell’epidemiologia dell’amiloidosi non è tuttavia possibile in quanto la malattia spesso non è riconosciuta e le casistiche pubblicate dai centri di riferimento non sono attendibili a causa della selezione dei pazienti

filgrastim struttura tridimensionale

Neutropenia ciclica

La neutropenia ciclica è una rara malattia caratterizzata da episodi recidivanti di febbre e stomatite aftosa della durata di 3-7 giorni e la cui comparsa avviene in corrispondenza di ricorrenti periodi di neutropenia. Il numero dei neutrofili varia da valori normali (allo zenith del ciclo) fino a meno di 100/mcL. Le oscillazioni riguardano anche il numero di altri tipi cellulari del sistema emopoietico:monociti, eosinofili, linfociti, reticolociti, piastrine. La neutropenia ciclica probabilmente rappresenta un difetto di regolazione delle cellule staminali. La patogenesi della neutropenia ciclica non è completamente nota, anche se sono stee identificate mutazioni del gene ELANE che codifica per l’elastasi neutrofila. La neutropenia ciclica si osserva sia nell’infanzia che negli adulti. Durante i periodi di grave neutropenia che tipicamente durano una settimana durante ogni ciclo, i pazienti presentano malessere, febbre, stomatite aftosa. La terapia della neutropenia ciclica infantile prevede innanzitutto la somministrazione di G-CSF in pazienti con infezioni gravi e ricorrenti per ottenere un aumento stabile del valore dei neutrofili > 1000/mcl, in genere sufficiente per prevenire le infezioni. La terapia di supporto dovrebbe includere almeno le seguenti misure: regolari cure dei denti, usando antibiotici liquidi per diminuire il rischio di gengivite; terapia antibiotica aggressiva nei pazienti con febbre. La somministrazione del G-CSf deve essere continuata per tutta la vita e durante la. gravidanza.
Le cause di neutropenia sono numerose, in parte congenite e in parte acquisite. Fra queste ultime particolarmente importanza rivestono, per la loro frequenza, le neutropenie causate da farmaci fra i quali ricordiamo gli antitiroidei e molti antibiotici.
In questa rassegna saranno esposte le linee generali per la diagnosi, l’accertamento eziologico e la terapia delle sindromi neutropeniche congenite e acquisite, le quali sono trattate in dettaglio in altri articoli. Le ricerche sui nuovi  metodi terapeutici descritti non hanno ancora trovato un’applicazione clinica, pur avendo ottenuto risultati promettenti in laboratorio.

fibrille amiloidi

Classificazione delle amiloidosi

Amiloidosi è un termine generico che si riferisce al deposito extracellulare di fibrille composte da proteine, o loro frammenti, a basso peso molecolare (5-25 kD). Oggi si conoscono almeno 42 precursori proteici delle fibrille amiloide, molti dei quali circolano liberamente nel plasma. La tabella 1 riporta una lista delle più importanti proteine amiloidogeniche e le principali sindromi cliniche associate con ognuna di esse.
Da un punto di vista clinico i vari tipi di amiloidosi possono manifestarsi come malattie sistemiche o generalizzate oppure come forme a prevalentemente interessamento di un organo (cuore, rene, sistema nervoso); altre sono associate all’invecchiamento e altre ancora sono ereditarie [1].

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Neutropenie croniche gravi – Il trapianto di midollo

Le Neutropenie croniche gravi (NCG) sono considerate condizioni preleucemiche nelle quali l’ottenimento di un chimerismo completo, cioè la totale sostituzione delle cellule staminali emopoietiche del ricevente con quelle del donatore, è la conditio sine qua non per impedire il riemergere di cloni proni alla trasformazione leucemica. La dimostrata efficacia del G-CSF ha ridotto la necessità di ricorrere ad un trattamento salvavita come il trapianto di cellule staminali emopoietiche nella maggioranza dei pazienti con NCG, ad eccezione dei pazienti che non rispondono al G-CSF e in quelli in cui si sviluppa una MDS/LMA. Oggi l’80% circa dei pazienti trapiantati per trasformazione della NCG in MDS/LMA sopravvive a lungo termine. La sopravvivenza globale dei pazienti trapiantati in Europa è dell’82% a 3 anni con una mortalità da trapianto del 17%. In Europa le principali indicazioni al trapianto di cellule staminali emopoietiche nei pazienti affetti da NCG sono: una dose quotidiana elevata di G-CSF >5 mcg/kg di peso corporeo, un numero elevato di infezioni gravi e ricorrenti, la trasformazione in MDS/LMA
Le cause di neutropenia sono numerose, in parte congenite e in parte acquisite. Fra queste ultime particolarmente importanza rivestono, per la loro frequenza, le neutropenie causate da farmaci fra i quali ricordiamo gli antitiroidei e molti antibiotici.
In questa rassegna saranno esposte le linee generali per la diagnosi, l’accertamento eziologico e la terapia delle sindromi neutropeniche congenite e acquisite, le quali sono trattate in dettaglio in altri articoli.

Elastasi neutrofila

Neutropenie congenite gravi (Severe congenital neutropenias)- Patogenesi

La maggioranza dei pazienti con neutropenia congenita grave (NCG) è portatrice di mutazioni eterozigoti del gene ELANE, una serinproteasi citotossica che viene depositata nei granuli azurofili per essere rilasciata dopo l’attivazione dei neutrofili. Finora sono state identificate oltre 200 mutazioni di ELANE. I topi transgenici portatori di mutazioni di ELANE simili a quelle umane hanno una normale granulocitopoiesi e non presentano un aumentato rischio di trasformazione leucemica. La delezione dell’intero gene ELANE nell’uomo non provoca neutropenia. Nonostante gli studi compiuti, la patogenesi della NCG da mutazioni di ELANE, il tipo più frequente di NCG, non è completamente nota,
L’elastasi neutrofila risiede prevalentemente nei granuli, ma è presente anche come proteina transmembrana nelle membrane cellulari ed è rilasciata nel siero. Il gene è espresso solamente nei promielociti e nei promonociti, ma la proteina persiste anche nei neutrofili e monociti maturi. è stato ipotizzato che le mutazioni di ELANE, e probabilmente di altri geni implicati nella SCN determinino la produzione di proteine anomale che favoriscono la risposta di stress del reticolo endoplasmatico (ERS) e la UPR, Unfolded Protein Response, o risposta alle proteine mal piegate, che portano all’apoptosi delle cellule mieloidi e all’arresto maturativo allo stato di promielocito. L’importanza di ERS e URP nel determinare l’apoptosi dei precursori neutrofili è stata di recente messa in discussione. Anche nei neutrofili dei pazienti con mutazioni di HAX-1, JAGN1, G6PC3 e SLC37A4 è possibile dimostrare un aumento dell’apoptosi.
In conclusione, i meccanismi patogenetici con i quali le mutazioni finora identificate determinano la neutropenia nei pazienti con NCG rimangono essenzialmente indeterminati.

In questa monografia esamineremo le caratteristiche principali delle forme più frequenti di neutropenie congenite, con particolare riguardo al processo diagnostico, alla terapia e alla prevenzione delle complicanze tardive.

Le cause di neutropenia sono numerose, in parte congenite e in parte acquisite. Fra queste ultime particolarmente importanza rivestono, per la loro frequenza, le neutropenie causate da farmaci fra i quali ricordiamo gli antitiroidei e molti antibiotici.
In questa rassegna saranno esposte le linee generali per la diagnosi, l’accertamento eziologico e la terapia delle sindromi neutropeniche congenite e acquisite, le quali sono trattate in dettaglio in altri articoli.

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